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Ponciroli: "Lautaro? Lo vedo stanco e sfiduciato. Milan? La dirigenza non c’è"
03 gen 2025 11:19Calcio
© foto di Federico De Luca

A L’Editoriale a TMW Radio è il turno di Fabrizio Ponciroli, queste le sue parole:

Inter-Atalanta che cosa ci ha detto?
"Conferma in casa Inter, nel senso che la squadra di Inzaghi ha confermato già che sapeva. I nerazzurri si confermano uno schiacciasassi. La fortuna/sfortuna dell’Inter è il momento di Lautaro che se fosse in forma porterebbe l’Inter a fare 4-5 gol a partita. Per l’Atalanta non dico rimandata ma c’è la presa di consapevolezza che contro l’Inter sarà difficile anche in campionato". 

Sul momento di Lautaro?
"Lautaro è in un momento di difficoltà. Lo vedo stanco, è normale visto che non si è mai fermato, ed è anche un po’ sfiduciato. Sta sbagliando dei gol incredibili, alcuni anche imbarazzanti per il suo livello. È in un momento dove gli gira tutto storto. Deve essere bravo lui a non intestardirsi e i compagni a non fargli mai pesare che sta sbagliando".

Che idea si è fatto sulla gestione dell’addio di Fonseca e sull’arrivo di Conceicao?
"Per quanto riguarda Fonseca il comportamento del Milan certifica e dimostra che non sia più la società del passato. Bravo Ibrahimovic a chiedere scusa ma ormai il danno era fatto. Il Milan a livello dirigenziale non c’è. Fonseca per me paga anche il suo essere troppo sincero. Lui ha pagato anche per colpe non sue. Per Conceicao io posso dire che è da quest'estate che mi auspicavo un suo arrivo".

Sulle ultime gare di Thiago Motta?
"Thiago Motta sta iniziando a diventare un po’ come Giuntoli che quando le gare non vanno si rifugia sempre dietro le solite frasi. Questo non va bene. Deve capire che è alla Juventus. Alla Juve devi alzare l’asticella. A me sembra che stia sperimentando un po’ troppo. Ci sono gestioni che sinceramente non ho capito, come per esempio Danilo. Io ero abituato a personaggi diversi in casa Juventus. Capisco anche molto poco le parole. Adesso bisogna stare attenti alla partita contro il Milan. Parliamoci chiaro il non arrivare in finale sarebbe un fallimento".

 

Giuseppe Vignola