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Pietro Lo Monaco: “Nel Girone A campionato a parte per Padova e Vicenza”
03 dic 2024 12:25Calcio
© foto di Federico Gaetano

Il noto dirigente Pietro Lo Monaco è intervenuto ai microfoni di Tmw, durante la trasmissione A Tutta C.

 

Qualche giorno fa è arrivata la notizia del suo addio al Novara. Cosa è successo?

“Il Novara semplicemente l’anno scorso è stato rilevato da tre soci, due di capitale e uno di gestione, di cui sono a mia volta socio io. Dopo aver imbastito un progetto che ha portato il Novara ad essere in zona play off e ad essere una società appetibile, i due soci di capitale hanno voluto avere parola anche nella gestione. La maggioranza vince sempre e di conseguenza ora la gestione sarà a carico dei soci di capitale. Il calcio del resto è questo e bisogna prenderne atto. Il punto è che le gestioni nelle mie aziende le ho sempre fatte in prima persona e a volte fatico ad andare d’accordo anche con me stesso; figuriamoci se posso accettare di condividere la gestione. Mi auguro comunque che vada tutto nel migliore dei modi e che ora la società possa essere gestita, sistemata e rafforzata”.

 

Passando al campo, ora il Novara è in zona play-off. Che Girone A ha visto finora?

“Il girone A ha un buon livello tecnico,  ci sono due o tre squadre che hanno fatto grandi investimenti, parzialmente rispecchiati dal campo. Padova e Vicenza stanno facendo campionato a parte, mentre la Triestina è impelagata in una situazione critica. La classifica per il resto rispecchia i tipi di investimenti che sono stati fatti. Ad ogni modo è un buon girone, con qualche giovane interessante che si sta mettendo in mostra. La Serie C deve essere una fucina di giocatori in ottica seria. In questo senso sottolineo Pietrelli della FeralpiSalò, che ha potenzialità importanti, e Agyemang del Novara, che è un 2002.

Nel girone B il Pescara sta facendo un campionato a sé grazie ad un grande lavoro di Baldini. Il girone poi C è quello da sempre più complicato, con piazze del calibro di Benevento, Crotone, Foggia, Catania, Trapani e Avellino. La competitività al vertice è molto più equilibrata, sarà un punto interrogativo fino alla fine”.

 

Cosa ne pensa delle squadre Under 23?

“Vi dico la verità, la vedo come una possibile soluzione futura ai problemi della Serie C. Sono favorevole alla partecipazione delle seconde squadre perché c è una convenienza generale. Io addirittura costringerei tutte le squadre di serie A ad avere una propria Under-23 in Serie C, a costo di allargare il numero di squadre. Partecipando dovrebbero poi pagare un obolo importante da destinare a tutti i club di C”.

 

Che ne pensa della lotta agguerrita per il primo posto in Serie A?

“È una cosa che non si verificava da anni avere tante squadre a lottare per il titolo. Aldilà di Napoli e Inter vedo una forza prepotente da parte dell’Atalanta, che aveva fatto già campionati importanti e che quest’anno ha però i mezzi per giocarsela fino in fondo. Poi c’è la sorpresa della Fiorentina, che ha un centro sportivo all’avanguardia in grado di permettere lo sviluppo dei giovani e del progetto.

C’è da dire che non a caso Fiorentina e Atalanta sono quelle che operativamente hanno fatto meglio; il ritorno c’è sempre quando si lavora con i giusti criteri. Gli altri valori sono rappresentati dal Napoli, che ha un allenatore con l’ossessione di vincere, e dall’Inter, che ha La Rosa migliore”.

 

Un commento sugli attimi drammatici legati a Bove?

“È sempre drammatico vedere quelle scene, perché nei professionisti i controlli sono veramente notevoli e vedere un calciatore a cui capita una cosa simile è fuori da ogni previsioni. Mi fa piacere re che il ragazzo l’abbia superata e mi auguro che possa tornare a giocare”.

 

Un finale per la scomparsa di Cristian Argurio?

“Quella di Cristian è una ferita che è ancora aperta. Non meritava ciò che successo, non solo come professionista e come conoscitore di calcio, ma soprattutto come persona eccellente. È stato traumatico come ci ha lasciato. Veder la partecipazione di tanti al cordoglio però vuol dire che è stato stimato e portato ad esempio da molti. Nella disgrazia rimane il buon ricordo di tante persone sull’uomo e sul professionista”.

Lucio Marinucci