La difficile stagione 1979-1980 aveva lasciato più di un segno sul calcio italiano. Lo scandalo legato al Totonero portò all'assenza dal massimo campionato di due scudettate come Lazio e Milan, nonché alla penalizzazione di tre squadre, Avellino, Bologna e Perugia. Ma la stagione 1980-81 fu comunque quella del riscatto ed è quella che è stata raccontata a TMW Radio in Storie di Calcio.
Riscatto perché dopo diversi anni difficili, ecco la mossa che diede il via a un cambiamento epocale per il calcio italiano: la riapertura delle frontiere, ovvero alla possibilità per ogni club di tornare a ingaggiare un giocatore non italiano. Tutte le protagoniste si mossero tanto sul mercato, a partire dai campioni in carica dell'Inter, ancora nelle mani di Eugenio Bersellini, che portarono a casa l'austriaco Prohaska. Si mossero anche la Juventus di Giovanni Trapattoni e la Roma di Nils Liedholm, che puntarono rispettivamente sull'irlandese Brady e sul brasiliano Falcao, mentre il Napoli puntò all'olandese Krol.
E furono proprio Juventus e Roma a contendersi quel titolo, con i bianconeri che la spuntarono all'ultimo nei confronti dei giallorossi. Decisivo il confronto diretto, con il famoso gol di Turone annullato che ancora oggi è rimasto nella memoria dei tifosi della Roma. E a raccontare qualche aneddoto di quell'annata è stato l'ex bianconero Domenico Marocchino: "Forse favorita era l'Inter, perché l'anno precedente aveva vinto il campionato. Ma anche il Napoli era in corsa in quell'annata, che fu molto bella. L'ingresso degli stranieri? Facile. Dipende anche dal giocatore che arriva. Noi avemmo Brady, che ci mise davvero poco a inserirsi. Ma in generale arrivarono giocatori di livello, che hanno fatto subito capire che tipi di personaggi erano".
Mentre sulla sua Juve ha detto: "Chi fu determinante? Io (ride, ndr). E' un eccesso, ma è la verità. Io ho vinto due Scudetto al fotofinish e chi fece i due assist decisivi? Io. Contro la Fiorentina lo feci per Cabrini, contro il Catanzaro invece procurai il rigore che segnò Fanna. Perché ero un giocatore atipico, ero fisicamente forte e per almeno un tempo, perché sono stato il giocatore più sostituito della storia, potevo mettere in difficoltà chiunque, se ero in giornata. Con la Roma fu un testa a testa esaltante. Quel gol di Turone? Secondo gli addetti ai lavori era irregolare, ma quell'anno lì fu particolare. Ci furono altri episodi, come il gol a Perugia dove non si capì bene se era dentro o fuori. Con la Roma fu decisiva e noi giocavamo senza Tardelli e Bettega. Fu una partita strana, ma con quella vittoria tenemmo a distanza la Roma. Brady? Era come un valzer, danzava in mezzo al campo e ti faceva sonnecchiare l'avversario ma poi li fregava".