Ospite speciale a TMW Radio, durante Maracanà: a parlare è stato il dirigente Ariedo Braida.
Che fotografia ha del suo Milan?
"Di grandi successi oggi manca il presidentissimo Berlusconi e Galliani. Il Milan ha una grande storia, ha scritto una parte importante del calcio italiano, europeo e mondiale. Il Milan è stato, è e sarà sempre una squadra molto importante".
Quando vi siete resi conto che si poteva scrivere la storia?
"Quando è arrivato Berlusconi e ha detto che dovevamo diventare i più forti del mondo. Lì è partito tutto. Ha avuto grandissimi campioni, da van basten, Gullit e Rijkaard, ma anche Baresi, Tassotti, Maldini, Shevchenko, Pato, Ronaldinho, e chi più ne ha, più ne metta".
L'acquisto più difficile?
"Tutti facili e difficili, era importante però portarli a casa. Chi ci è costato qualche sacrificio in più è stato Rijkaard. Avevo nascosto il contratto in mezzo ai pantaloni, con i tifosi dello Sporting imbufaliti per il mancato arrivo".
Di quale è più soddisfatto?
"Di tutti i campioni arrivati, da Shevchenko a Kakà, campioni che non dimenticherò mai. E con tutti ho ancora un grande rapporto".
Giocatori ma anche allenatori forti, vedi Sacchi, Capello e Ancelotti:
"Superlativi tutti e tre. Tre fuoriclasse davvero".
C'ha creduto subito in Sacchi?
"Il grande Berlusconi ha avuto una grande intuizione. Un piccolo aneddoto: stavo sempre in contatto con i miei colleghi, una volta un amico mi disse che Arrigo stava andando alla Fiorentina. Avvisai subito Berlusconi e Galliani e alla fine lui fece marcia indietro e venne al Milan".
Il suo momento più emozionante?
"Vedere centomila milanisti a Barcellona alla prima Champions è stato qualcosa d'incredibile. Non lo dimenticherò mai".