Il preparatore Adriano Bianchini è intervenuto durante il programma "Piazza Affari" a TMW Radio per commentare vari temi.
Nella stagione 2024-2025 si arriverà a 70 partite potenzialmente, che ne pensa?
"Se questa sarà la nuova realtà servirà trovare nuove forme di preparazione a questi impegni. Non penso che si possa tornare indietro dopo questa decisione. Bisognerebbe chiedere a Klopp come ha fatto il Liverpool a giocare tutte la partite disponibili la scorsa stagione. Tante partite così vicine possono causare problemi sia muscolari che articolari. Gli infortuni, infatti, molto spesso viene per stanchezza. Serviranno preparazioni come quelle di anni fa. La soluzione potrebbe essere lavorare 20 giorni senza tournée".
Per lei, quindi, è possibile fare tutto ciò?
"Il lavoro di equipe deve essere eccezionale. La gestione del recupero deve essere incredibile. Si dovrà usufruire di macchinari e strategie futuristiche. Bisognerà stare attentissimi, poi, anche alle minime cose. Bisognerà individualizzare il lavoro sempre di più".
Quest’anno il Mondiale in mezzo al campionato è stato un rischio?
"Difficile dire se sia più pericoloso un Mondiale o giocare sempre. Bisogna lavorare individualmente sul calciatore. Non è facile né fermarsi e ripartire né giocare ogni tre giorni. Il calcio è anche cambiato da un punto di vista di ritmo".
Come mai in Inghilterra i calciatori si infortunano meno? Incide lo stress?
"In Inghilterra non è vero che non si lavora anzi. Mi hanno raccontato di essere massacrati nel ritiro estivo. Lo stress, poi, influisce tantissimo. Non esistono giornali o trasmissioni totalmente sportivi. Lo stress mette molto più a rischio infortunio vari calciatori. Noi non abbiamo la cultura della sconfitta, basta vedere la differenza tra una squadra che retrocede qui ed una che lo fa in Inghilterra".
Come mai alcuni calciatori si fanno vedere da medici al di fuori delle proprie società?
"Io non posso darti una risposta specifica. Io posso dirti, comunque, che ogni calciatore ha un preparatore e un fisioterapista personale. Questo, comunque, non va in contrasto anzi aiuta i club. Gli staff delle società sono tutti di massima professionalità".